Report CoVstat 10 dicembre

Facciamo, come ormai consuetudine, il punto sull’andamento di questa ondata di Covid-19 in Italia. Il dato più significativo è che la curva dei decessi è finalmente in discesa. La fase di plateau è durata molto (circa 2 settimane), ma questo stesso comportamento era già stato osservato nella curva dei nuovi casi giornalieri. Anche in questo caso, le previsioni del nostro modello sono in sostanziale corrispondenza con i dati reali: nel nostro primo report del 18 novembre prevedevamo il picco dei decessi tra il primo e il 10 dicembre, con un intervallo a seconda delle assunzioni di base che corrisponde in effetti alla fase di plateau.

L’Istituto superiore di sanità stima un tempo medio tra sintomi e decesso pari ad 11 giorni (link nel 1° commento): applicando questo intervallo ai dati, notiamo che la curva dei decessi risulta compatibile con la curva dei nuovi casi giornalieri, assumendo un tasso di letalità compreso tra l’1,9 e il 2,5 per cento. Va detto, però, che questo è un tasso di letalità apparente, dal momento che è calcolato rispetto ai casi rilevati grazie al tampone e che, come abbiamo detto diverse volte (ad esempio qui), esiste con ogni probabilità un numero molto elevato di asintomatici che, se pure infetti, non vengono rilevati.Applicando il criterio alla base delle nostre stime, il tasso di letalità reale dovrebbe essere all’incirca 4-6 volte più basso. Insomma, quelli che hanno contratto la malattia in Italia non sarebbero “soltanto” il milione e ottocentomila che risulta dai conteggi, ma probabilmente molti di più.

Insomma, la letalità sarebbe inferiore ma la contagiosità superiore, il che non è esattamente una buona notizia, visto che le politiche di prevenzione e profilassi devono essere particolarmente rigide e capillari. Potrebbe essere comunque un fattore paradossalmente positivo, se da ciò si potesse ipotizzare il possibile conseguimento dell’immunità di gregge. Il problema è che esiste un rischio di reinfezione e che è molto difficile stimarne la portata reale, dato il lasso di tempo relativamente ridotto trascorso dall’inizio della pandemia.

Tutto questo è fondamentale nella prospettiva del vaccino. Dopo i farmaci presentati da Pfizer-BioNTech e Moderna, il primo dei quali dovrebbe essere autorizzato in Europa entro il 29 dicembre, si comincia a sapere qualcosa in più della proposta Oxford/Astra Zeneca, con la pubblicazione dei primi dati su Lancet. L’efficacia del vaccino è stata del 60,3 per cento nei partecipanti che hanno ricevuto due dosi standard, mentre per quelli che hanno ricevuto una dose più bassa seguita da una dose standard, l’efficacia è stata del 90 per cento. L’efficacia complessiva del vaccino in entrambi i gruppi è stata del 70,4.

Quale è stato il campione del trial? Nel Regno Unito, la popolazione arruolata era prevalentemente bianca e, nelle fasce di età più giovani, includeva più partecipanti di sesso femminile a causa del focus sull’arruolamento di operatori sanitari. Questa è una popolazione è maggiormente esposta all’infezione ma ha un rischio inferiore di degenerare in condizioni gravi. I ricercatori spiegano che i gruppi di età più avanzata sono stati reclutati più tardi e c’è stato meno tempo per l’accumulo di casi. I dati di efficacia su queste fasce d’età sono attualmente limitati dal numero limitato di casi. Le persone che hanno ricevuto nella prima fase la dose più bassa rientrano solo nella fascia d’età 18-55. Notizie tutte positive ma qualche dubbio sull’efficacia nelle fasce più anziane rimane. Speriamo di poter approfondire meglio questo aspetto nelle analisi future.

Info Autore
Data Scientist , Apheris AI
Dottorato in Fisica presso il Gran Sasso Science Institute a l’Aquila, ho lavorato come ricercatore in Astrofisica presso il Deutsches Elektronen-Synchrotron (DESY) a Zeuthen, in Germania. Appassionato di Data Science e Machine Learning, ho partecipato a varie competizioni online su questi temi. Originario del Molise (Campobasso), attualmente vivo a Zeuthen e lavoro come Data Scientist presso Apheris AI a Berlino, dove mi occupo dello sviluppo di algoritmi di Machine Learning decentralizzato.
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Data Scientist , Apheris AI
Dottorato in Fisica presso il Gran Sasso Science Institute a l’Aquila, ho lavorato come ricercatore in Astrofisica presso il Deutsches Elektronen-Synchrotron (DESY) a Zeuthen, in Germania. Appassionato di Data Science e Machine Learning, ho partecipato a varie competizioni online su questi temi. Originario del Molise (Campobasso), attualmente vivo a Zeuthen e lavoro come Data Scientist presso Apheris AI a Berlino, dove mi occupo dello sviluppo di algoritmi di Machine Learning decentralizzato.
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3 commenti su “Report CoVstat 10 dicembre”

  1. Avatar
    Enrico Saccheggiani

    Complimenti, e’ più esaustiva la tua pagina che tutte le stupidaggini che ci sorbiamo ogni giorno alla televisione.

  2. Avatar
    Enrico Saccheggiani

    Adesso sarà complicato fare previsioni dopo che dal 13 dicembre si sono dati tutti alla pazza gioia

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