Ogni decisione pubblica che venga presa per contenere l’epidemia causata dal Covid-19 o per rispondere ai danni che provoca sembra mettere fuori uso altri diritti e interessi pubblici concorrenti. L’adozione di un’app per il tracciamento dei contagi limita il diritto alla privacy; l’isolamento sociale comprime la libertà d’impresa e di movimento dei cittadini; lo stanziamento di fondi a sostegno della società e dell’economia interferisce con le leggi di bilancio.
Ciò dipende senza dubbio dalla varietà di valori e di obiettivi che una società democratica riconosce come fondamentali per la sua stessa esistenza. Tuttavia, ciò non può esimere da qualsiasi decisione, ma ogni decisione deve essere presa in base a un processo democratico, non formale ma sostanziale. In questi casi si applica, infatti, il principio di proporzionalità, che serve a bilanciare tutti gli interessi in gioco.
Il principio di proporzionalità afferma che una misura pubblica sarà legittima solo se idonea, necessaria e proporzionata in senso stretto. La misura sarà idonea, se consentirà il raggiungimento dell’obiettivo pubblico che si vuole perseguire e necessaria se, tra tutte le misure disponibili, sarà identificata come quella che interferisce in modo più lieve sugli altri valori.
Nonostante i verificati requisiti di idoneità e di necessità, se la misura comunque limiti in maniera significativa un altro valore, allora si dovrà procedere al cosiddetto test di proporzionalità in senso stretto, che richiede un’attenta e approfondita valutazione del caso concreto, come risulta da dati reali e trasparenti, verificabili dalla comunità in maniera razionale e scientifica.
La maggior parte delle decisioni legate all’epidemia, allora, dovrà essere basata su un dato fondamentale per la stessa epidemia: R0.
R0, com’è ormai noto, rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile, mai venuta a contatto con un virus, come accade oggi per il diffondersi del nuovo coronavirus. R0 rappresenta una stima basata su un modello statistico e si evolve nel tempo. Misurando la potenziale trasmissibilità della malattia infettiva, R0 costituisce, chiaramente, una delle informazioni più importanti da considerare, ad esempio, per valutare l’efficacia delle misure di contenimento.
Prima dell’adozione di una misura pubblica, invece, R0 dovrebbe guidare l’elaborazione di soluzioni per il contenimento dell’epidemia, la ripartenza delle attività economiche, gli aiuti necessari ecc. R0 dovrebbe rappresentare, infatti, un fondamentale parametro di commisurazione delle politiche pubbliche d’emergenza in una società democratica.
La funzione di guida di R0 per la politica pubblica ai tempi della pandemia, discende, dunque, da un principio fondamentale dell’ordinamento costituzionale e dell’Unione europea: il principio di proporzionalità, che è sancito in modo espresso nel Trattato sull’Unione europea e nella Carta dei diritti fondamentali.
Il principio di proporzionalità richiede che gli Stati europei e l’Unione europea prendano decisioni bilanciate e fondate su dati di fatto reali, in modo tale da proteggere e contemperare tutti gli interessi in gioco. Questo principio vuole evitare che il potere pubblico sia senz’altro identificato con la legge e possa, dunque, attentare a diritti, a libertà o a interessi pubblici e collettivi solo perché così è scritto
La solidarietà, la coesione sociale e territoriale dell’Unione europea sono valori, ad esempio, rafforzati dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e non sono inferiori ad altri obiettivi, come quelli di bilancio. Esistono, come sempre, inoltre, ragioni di equità sostanziale, da tener presente per la corretta applicazione del principio di proporzionalità.
Uno studio sulle misure fiscali adottate dai 32 paesi più avanzati, per l’emergenza da coronavirus, mostra che, in percentuale del PIL, l’Italia è tra i paesi europei che al 14 aprile 2020 ha adottato misure tra le più basse, pari a 1,1 contro il 4,5 dell’Austria, il 3,6 della Germania, il 3,5 della Grecia (lo studio è disponibile qui).
Le misure dovranno tener conto dell’evoluzione dell’epidemia nel tempo e delle sue caratteristiche di diffusione. L’OCSE raccomanda di adottare decisioni economiche non solo di breve periodo e di elaborare nuove misure fiscali, riconsiderando quelle tradizionali.