Finalmente la discesa?

Quella di oggi è una data importante per l’andamento dell’epidemia: il numero di infetti attivi (totale casi – guariti – deceduti) in Italia è inferiore a quello di ieri. Significa che ci sono davvero meno infetti in Italia ed è la prima volta che accade dall’inizio dell’epidemia ! 

Questo decremento nazionale non deriva, tuttavia, da un decremento regionale altrettanto omogeneo. Al momento, infatti, ci sono 9 regioni in cui il numero di riproduzione di base, il famoso R0, è sceso sotto 1. Ciò significa che in queste regioni il calo degli infetti attivi è già in atto da diversi giorni.  In particolare, in Umbria questo calo è stato repentino e l’R0 attuale è pari a 0,25, il più basso registrato in Italia. 

I 4 grafici mostrano o l’andamento degli infetti attivi nelle 4 macroaree in cui abbiamo diviso l’Italia: nord, centro, sud e isole. In particolare, stiamo osservando la variazione del numero degli infetti attivi negli ultimi 10 giorni. Come si può notare, la situazione è molto diversa in varie regioni d’Italia. In alcune regioni, come Lombardia, Piemonte, Lazio, Abruzzo e Puglia, il trend è ancora crescente, con incrementi negli ultimi 10 giorni compresi fra il 15 e il 20 per cento. Ciò renderebbe auspicabile un ingresso nella fase 2 scaglionato per le diverse regioni, partendo dalle regioni in cui l’epidemia è già in fase regressiva da diverso tempo. 

È possibile prevedere da questi grafici quando si azzereranno i nuovi contagi giornalieri? Purtroppo no: questo problema è estremamente complicato e dipende da molti fattori, primo fra tutti il modo in cui verrà gestita la fase 2. Un rientro scriteriato alla normalità potrebbe far ripartire l’epidemia con una velocità simile a quella registrata agli inizi di marzo, quando l’R0 nazionale si attestava intorno a 4. Inoltre, sarebbe poco significativo indicare una singola data per il giorno di azzeramento dei contagi; sarebbe, invece, opportuno affrontare questo studio fornendo un intervallo di confidenza, che porterebbe probabilmente a definire un’ampia finestra temporale entro la quale ci si possa attendere l’azzeramento dei nuovi contagi giornalieri. Tuttavia, sarebbe altamente sconsigliabile attendere questo momento  per ripartire, dato che ciò potrebbe significare un prolungamento della paralisi italiana anche per diversi mesi.

Quello che i dati ci consentono di affermare è che è in Veneto, Sardegna e Umbria la situazione è nettamente migliore di quella di Piemonte, Abruzzo e Lazio. Di conseguenza, è naturale attendersi che l’azzeramento dei contagi arrivi prima in Veneto, Sardegna e Umbria e successivamente, con un certo ritardo, in Piemonte, Abruzzo e Lazio. Queste indicazioni dovrebbe essere tenute in considerazione per programmare il ritorno alla semi-normalità.

Due parole sulla Lombardia, primo grande focolaio di questa epidemia, dove la situazione continua ad essere piuttosto delicata. Negli ultimi giorni si è registrato un incremento del 15 per cento degli infetti attivi, segno che ancora non è possibile abbassare la guardia in questa regione. 

Questo è quello che possiamo dire, interpretando i dati della Protezione civile: la situazione sta migliorando, finora l’evoluzione dell’epidemia ha seguito, nelle sue linee principali, il modello che abbiamo elaborato, con la pesante eccezione della Lombardia. Queste sono le evidenze da cui si deve partire per pensare alle prossime misure che ci facciano uscire da questa lunghissima parentesi di quarantena nazionale. Non possiamo dare certezze inconfutabili e nemmeno fare previsioni definitive, ma possiamo osservare e interpretare i dati, per comprendere quello che sta accadendo e quello che potrà accadere. Proprio per questo, riteniamo poco proficuo fare calcoli con poco fondamento, che non si radichino nella realtà di questa epidemia e delle misure, più o meno efficaci, dispiegate per contrastarla. Certo è che, a queste condizioni, non pensiamo sia sensato orientare le decisioni in base a improbabili date di azzeramento, presentate con una precisione difficilmente giustificabile.

Info Autore
Data Scientist , Apheris AI
Dottorato in Fisica presso il Gran Sasso Science Institute a l’Aquila, ho lavorato come ricercatore in Astrofisica presso il Deutsches Elektronen-Synchrotron (DESY) a Zeuthen, in Germania. Appassionato di Data Science e Machine Learning, ho partecipato a varie competizioni online su questi temi. Originario del Molise (Campobasso), attualmente vivo a Zeuthen e lavoro come Data Scientist presso Apheris AI a Berlino, dove mi occupo dello sviluppo di algoritmi di Machine Learning decentralizzato.
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Dottorato in Fisica presso il Gran Sasso Science Institute a l’Aquila, ho lavorato come ricercatore in Astrofisica presso il Deutsches Elektronen-Synchrotron (DESY) a Zeuthen, in Germania. Appassionato di Data Science e Machine Learning, ho partecipato a varie competizioni online su questi temi. Originario del Molise (Campobasso), attualmente vivo a Zeuthen e lavoro come Data Scientist presso Apheris AI a Berlino, dove mi occupo dello sviluppo di algoritmi di Machine Learning decentralizzato.
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