Di piazze e budget cinematografici

Sono passate ormai almeno due settimane dalle ultime manifestazioni di piazza, in alcuni casi violente, che nelle principali città italiane (Napoli, Roma, Milano, Torino) hanno accompagnato la reintroduzione di misure restrittive da parte del Governo per contrastare la seconda ondata di COVID-19.

L’analisi di gran lunga più lucida e informata che ci è capitato di leggere riguardo questi fenomeni di protesta popolare è stata quella di Michele Rech, alias Zerocalcare.

In un’intervista al quotidiano La Stampa il noto fumettista romano, che conosce bene la periferia di Rebibbia, individua tre “blocchi” di piazza:

  1. “quello dei ristoratori e dei commercianti, che protesta contro le chiusure;
  2. “quello del mondo antagonista, che chiede un reddito universale;
  3. infine il terzo “è espressione dei giovani di periferia, e si caratterizza diversamente a seconda del tessuto sociale della città.

Specialmente il terzo blocco e, in parte, il secondo sono stati accusati da importanti politici e da molti opinionisti di agire su mandato nei confronti di realtà criminali (la Camorra a Napoli) o attenzionate dalle Forze dell’Ordine (partiti di estrema destra e gruppi di ultras a Roma; anarco-insurrezionalismo, centri sociali e immigrazione clandestina nel Nord Italia).

Zerocalcare nota, molto ragionevolmente, come i tre blocchi siano a ben guardare accomunati da un reale disagio e che la contiguità ambientale di frange dei manifestanti con illegalità e marginalità sia socio-culturalmente e antropologicamente “normale”, senza il bisogno di scomodare fantasiose ipotesi di macchinazioni sovversive.

Purtroppo le classi dirigenti e intellettuali italiane non hanno avuto la stessa prontezza di spirito e acutezza di pensiero del fumettista romano, rifiutando di riconoscere le difficoltà oggettive in cui versano fasce estese della popolazione e preferendo piuttosto evocare complotti vari ed eventuali.

Il Ministro degli Interni Luciana Lamorgese ha dovuto addirittura smentire pubblicamente la presenza di una “regia unica” dietro le manifestazioni di piazza: in effetti è molto, molto difficile produrre un film in mancanza di budget, che poi è il fattore comune a tutti i gruppi in protesta.

Tornando quindi a un punto di vista più prettamente economico e possibilmente razionale, nei prossimi articoli tenteremo di analizzare con dovizia di dettagli il problema della crisi dei servizi commerciali locali (primo blocco di piazza) e il tema del reddito universale per il welfare (secondo blocco di piazza).

Info Autore
Da sempre appassionato d’informatica, nel tempo aggiungo per motivi di studio la curiosità per l’economia. Due interessi già per loro natura alquanto complementari, ma che con l’arrivo della tecnologia blockchain presentano ormai legami indissolubili. La vita mi ha poi portato a occuparmi di web in varie forme: amministrazione di sistema, gestione di contenuti, web design, e-commerce, web analytics, SEO, ecc.
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Da sempre appassionato d’informatica, nel tempo aggiungo per motivi di studio la curiosità per l’economia. Due interessi già per loro natura alquanto complementari, ma che con l’arrivo della tecnologia blockchain presentano ormai legami indissolubili. La vita mi ha poi portato a occuparmi di web in varie forme: amministrazione di sistema, gestione di contenuti, web design, e-commerce, web analytics, SEO, ecc.

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