Non si vive di solo lockdown

Il picco dei contagi, quello vero, non quello annunciato una sera sì e l’altra pure nelle conferenze stampa governative, il giorno, o meglio, i giorni a partire dai quali il numero dei nuovi contagi giornalieri sarà pari a zero, si sta avvicinando, ma non ci siamo ancora. Il modello di CoVstat_IT lo colloca, già da un mese, attorno a metà aprile. Da quel momento, e solo da quel momento, il numero dei contagiati in circolazione comincerà a diminuire. Fino ad allora, e prudenzialmente anche oltre, non possiamo permetterci di mollare di un millimetro sulle misure di distanziamento sociale.
Detto questo, tutto sembra ruotare attorno all’unica questione del lockdown: fino a quando?
Questione del tutto fuorviante: intanto perché sarebbe saggio non pensare a un approccio on-off , con la fissazione di una data, magari continuamente rinviata, in cui decretare il (pericolosissimo) libera tutti! , e poi perché mentre la classe dirigente continua a parlare solo di lockdown più o meno lungo, nessuna discussione di sostanza sembra farsi avanti sul tema di una economia disastrata, sulla quale ogni giorno in più di blocco delle attività pesa in maniera potenzialmente letale.
E non si venga per favore a fare sfoggio di buona coscienza a buon mercato, a suon di contrapposizioni fasulle tra tutela della vita e ripartenza dell’economia. L’una e l’altra, la salute e l’economia, sono facce di un olistico benessere, e chi si rifugia dietro ai facili eticismi in nome della sacralità della vita, come se porsi la questione dell’economia fosse cosa sporca e peccaminosa, non fa che adottare riguardo alla gravissima crisi economica, la stessa politica dello struzzo dai più già riservata al contagio nei suoi primi giorni di diffusione.
Quel po’ di discussione, o meglio chiacchiericcio, che si avverte sul tema ruota attorno alla questione coronabond, come se in una situazione come questa non si richieda una assai più ampia visione sul da farsi, e sul come farlo. La situazione economica si sta deteriorando esponenzialmente, e questo dovrebbe far sentire come sulle braci i responsabili della politica a tutti i livelli. Così, ad oggi, non sembra.
CoVstat_IT inaugurerà una dashboard economica, che aiuti a valutare l’impatto che la pandemia da COVID-19 ha avuto, sta avendo e avrà sull’economia. Nel frattempo stiamo pubblicando, grazie a Stefano Tombolini, un’analisi quadro che intendiamo sottoporre a verifica: qui e qui. Sul piano sanitario, invece, una apertura, tardiva ma si spera ancora efficace, a un approccio preventivo e diffuso, sul territorio, sembra di poterla cogliere nella istituzione delle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), di cui ci parla Claudio Cappelli.
Una questione sospesa: la mortalità da COVID-19 in Italia

Pur misurando giorno per giorno l’esattezza delle previsioni che il modello CoVstat_IT stava offrendo sul numero dei decessi per COVID-19, abbiamo deciso, due settimane fa, di sospenderne la pubblicazione, in attesa di maggiori approfondimenti, come anche tecnicamente spiegato dal project leader Vincenzo Nardelli e da Giuseppe Arbia in questo articolo. E tuttavia il tema resta attuale, anche alla luce della ambiguità di dati (quelli relativi all’improvviso rallentamento dei ricoveri in Terapia Intensiva, contestuale a un certo rallentamento dei decessi giornalieri) che molti si affrettano a leggere in chiave positiva, ma che potrebbero ben prestarsi a considerazioni più prudenti: siamo sicuri che l’improvviso rallentamento dei ricoveri in TI, di cui dà conto il nostro modello, sia dovuto a un miglioramento effettivo della situazione, e non alla saturazione delle disponibilità di TI specie nelle regioni del Nord? E siamo sicuri che, parallelamente a questo, non vadano trasferendosi in casa diversi decessi che, non essendo passati al vaglio dei tamponi pre-ricovero, non vengono classificati tra i decessi per COVID-19?
Sono interrogativi tutt’altro che semplici da affrontare, stante la difficoltà di reperire dati certi sulla disponibilità di posti di TI nelle singole regioni, visto che tali posti, per essere effettivi, non abbisognano soltanto di un letto, ma di macchinari adeguati e di personale specializzato. Per nostro conto, stiamo cercando di individuare un metodo per riaffrontare la questione decessi, perché non c’è dubbio che seguire e prevenirne l’andamento sarebbe un elemento importantissimo nella definizione di politiche di uscita graduale dal lockdown.
Novità in casa CoVstat_IT
Nel frattempo il progetto CoVstat_IT si va irrobustendo su vari fronti, sui quali è giusto aggiornarvi:
- Uno dei nostri scienziati, Andrea Palladino, ricercatore al DESY (Deutsches Elektronen-Synchrotron) ha ottenuto dalla sua azienda un grant che gli consente di dedicare il 25% del suo tempo di lavoro al nostro progetto.
- Abbiamo finalmente organizzato un flusso ordinato per la gestione delle numerose offerte di collaborazione che ci stanno pervenendo: tutte quelle che sono arrivate fino a oggi riceveranno istruzioni domani, chi desidera unirsi a noi e darci una mano non ha che da compilare il modulo di Proposta di Collaborazione. Grazie!
- Abbiamo inaugurato una sezione Forum, per far convergere lì e dare visibilità alle tante osservazioni, commenti, suggerimenti e discussioni che stanno prendendo il via qua e là sulla base del nostro lavoro: andateci, e aprite pure le discussioni che ritenete più utili, sarà bello avviare così un dialogo con tutti voi.
- Abbiamo infine avviato la prima campagna di crowdfunding di CoVstat_IT: il progetto si regge su base totalmente volontaria, ed è stato fin dall’inizio auto-finanziato da chi gli ha dato vita. Ora per crescere avremo bisogno di tanto in tanto di investire un po’ di denaro. Si comincia con la licenza annuale di Flourish, una piattaforma di visualizzazione dati avanzata che ci consentirà di esporre meglio, e con più chiarezza, le nostre elaborazioni. La campagna è stata avviata con gli amici di Produzioni dal Basso, con la formula o tutto o niente: o arriviamo all’obiettivo che ci serve (900€ entro il 30 aprile), o non prendiamo un euro, e tutto tornerà nelle tasche dei contributori. La campagna è qui: contribuite e condividete, grazie!