
Dieci giorni fa, abbiamo lanciato questo sito, per cercare di dare più spazio e più visibilità al gran lavoro del gruppo di Vincenzo Nardelli e Luigi Giuseppe Atzeni, che avevano elaborato il loro modello previsionale sull’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia.
Possiamo dirci soddisfatti di come sta andando, su tre fronti molto importanti. Il primo è quello della visibilità e dei contatti: siete in molti a venirci a trovare e a darci preziosi consigli. Bene, perché lo scopo principale di CovStat_IT è proprio quello di far circolare le idee. Se è vero che la conoscenza ci difende dalla paura, è altrettanto vero che la conoscenza vive solo se circola, se la diffondiamo e la condividiamo e ancor più se la mettiamo in discussione.
Un esempio di questa discussione è il continuo affinamento del modello epidemiologico, che ogni giorno viene controllato e analizzato pubblicamente. Abbiamo aggiunto una sezione sulle terapie intensive, vicine alla saturazione su scala nazionale e probabilmente già sature in diverse regioni. A proposito dell’articolazione regionale, stiamo lavorando per suddividere tutti i dati su questa base e presentare un quadro specifico per ogni realtà. Abbiamo invece messo tra parentesi le analisi sulla mortalità, perché il dato quotidiano suscita molti interrogativi a cui non siamo in grado di dare per ora una risposta convincente. Nei prossimi giorni cercheremo di mettere in evidenza queste domande, con un articolo dedicato sul nostro blog.
A proposito di blog, ci siamo dati un calendario redazionale con un nuovo post al giorno. Teniamo molto a questa sezione del sito, che permette di spaziare e approfondire le riflessioni su quello che sta accadendo. In particolare salutiamo l’ingresso di Claudio Cappellini e Marco Rao, medici di famiglia esperti di statistica, epidemiologia e gestione sanitaria, che hanno già dato il loro contributo per farci capire meglio quello che succede sul versante dell’assistenza. Anche se la parte centrale del nostro sito sono i numeri, infatti, è essenziale non perdere mai d’occhio la realtà da cui questi numeri nascono.
Un altro filone inaugurato in questi giorni è quello dell’analisi economica: la crisi sanitaria ha evidenti risvolti economici e sociali, che con ogni probabilità hanno cause ben più strutturali. Mai come ora, è vera la massima di Einstein per cui non si può risolvere un problema usando la mentalità che lo ha causato: questa crisi sta mettendo in evidenza molti problemi strutturali del nostro modo di produrre, di lavorare e di organizzare la società; dovremmo partire da qui per pensare, da subito, a un modello all’altezza delle nuove grandi sfide, a cominciare da quella ambientale. Abbiamo iniziato con un articolo introduttivo di Stefano Tombolini, a cui ne seguiranno molti altri.
Lo stesso approccio seguito nel modello previsionale può essere utilizzato anche su altri versanti, come mostreranno gli articoli economici e come si può già vedere nelle analisi di Alice Giampino sul sentiment degli italiani rispetto alle conferenze stampa del premier. Qui, l’analisi dei tweet fornisce i dati di partenza per tracciare una mappa degli atteggiamenti degli italiani, evidenziandone i cambiamenti e le tendenze. Infine, siamo davvero sicuri di saper usare e comprendere i dati? A queste domande cercano di rispondere i post di Nane Cantatore, che percorrono, in varie direzioni, tutta la catena di connessioni che legano i dati all’informazione e alla comunicazione.Tutto questo non ha certo lo scopo di dirci quanto siamo bravi. Anche perché, in verità, non lo siamo mai abbastanza, o per lo meno non quanto vorremmo. Ogni risposta che riusciamo a dare suscita nuove domande, ogni dato acquisito mostra nuove incognite. Per questo non bastiamo noi da soli: abbiamo bisogno di te, che ci leggi e magari ti stai chiedendo se le tue competenze e le tue sensibilità possono essere utili. La risposta, qui, è davvero semplice: sì, abbiamo bisogno di te. Per questo, se ti va, contattaci per collaborare con noi.