Le nuove Zone Rosse

Diciamolo in maniera brutale: più diventa governabile il pericolo da contagio COVID-19, più le zone d’Italia da rosse diventano verdi, più si fa strada un’altra, nuova (per quanto prevedibile) e non meno devastante paura: la paura della povertà. E se, come siamo convinti, è la conoscenza che ci difende dalla paura, questo diventa il nostro compito: offrire strumenti di conoscenza, e di discussione basata sulla conoscenza, su quanto sta accadendo, e su quel che potrebbe accadere, in economia. Non tanto all’economia degli economisti, che avvertiamo lontana quanto avvertivamo lontano il virus quando sembrava dovesse riguardare solo una remota e sfortunata città della lontana Cina. Occorre dotarsi di strumenti di conoscenza su quanto sta accadendo e su quanto potrebbe accadere alle economie personali di ciascuno di noi: alle economie delle diverse aree e territori, alle economie delle diverse professionalità e mestieri, alle economie dei singoli e delle famiglie, alle economie di chi già faceva parte delle fasce più svantaggiate della popolazione.

Il petrolio crolla, l’oro è alle stelle, le borse come sempre vanno su e giù, molto più giù che su, il PIL scenderà del 5, del 10, del 15, del 60%… Da queste a altre notizie cominciamo a essere bombardati, in sostituzione progressive di quelle che ci venivano sin qui sganciate addosso riguardo all’epidemia, e gli economisti da talk-show si apprestano a prendere il posto delle star di fase 1, i virologi.

Il petrolio che crolla però resta per noi un dato del tutto sterile, se nessuno si preoccupa di collocarlo in un contesto, cavandone una informazione che, adeguatamente comunicata, sia in grado di determinare decisioni e azioni, orientandole. Questo non sta ancora accadendo, e in casa CoVstat_IT ci stiamo preparando (ci vorrà ancora una settimana) perché la nostra dashboard di elaborazioni statistiche sull’andamento dell’economia, lungi dal riprodurre i tanti grafici sempre uguali sulle grandezze che tutti conoscono, possano fornire elementi di conoscenza e di valutazione su un possibile futuro. Cercheremo di fornire indici e previsioni significative sull’andamento di singoli settori; controlleremo l’incidenza dei costi di acquisto dei dispositivi di protezione su imprese e famiglie; ci interrogheremo su come creativamente reinventare, ricostruire, ripartire, usate il verbo che volete, ma con una convinzione di fondo: sarà tutto diverso.

Ci stiamo preparando adeguatamente? No. I governi, e non solo quello italiano, tendono in questa fase a lanciare messaggi di tipo assistenziale, senza che siano accompagnati da messaggi e visioni di prospettiva. L’ipotesi sottostante che viene comunicata è state tranquilli, vi daremo tutti i soldi che servono per superare questa brutta storia, fino a quando potremo tornare alla normalità. Fino a quanto tutto sarà come prima.

Non sarà tutto come prima, e non potrà esserlo. Ma ognuno di noi oggi si concentra sulle provvidenze statali che arrivano o non arrivano, senza volgere lo sguardo (per paura!) a come sarà fatto il futuro in cui dovremmo ripartire. Che io sia un impiegato pubblico o privato, un libero professionista, un commerciante, un ristoratore, un operatore turistico, un’impresa piccola o grande, fateci caso: tutti costoro (noi) e tutte le loro associazioni di categoria sono totalmente ed esclusivamente concentrati sulla rivendicazione di aiuti e sussidi. I ristoratori manifestano e si organizzano per richiedere e ottenere sussidi. E con loro tutte le altre categorie. Le imprese premono perché i finanziamenti arrivino. I dipendenti guardano alla cassa integrazione che non arriva ancora.

E dopo? Cosa succederà dopo? Supponiamo che a tutti i ristoratori vengano regalati soldi sufficienti a stare in piedi fino alla riapertura. E dopo? Sono sostenibili i costi dei dispositivi di protezione che sarebbero teoricamente necessari? Sarebbe sostenibile un ristorante che dovrebbe dimezzare i coperti rispetto a prima in ossequio al distanziamento sociale? Potrebbe permettersi di raddoppiare i prezzi per compensare il dimezzamento dei coperti? Ma soprattutto: verrà ancora qualcuno a mangiare al ristorante? Quanti? Con quale frequenza? Con quali richieste? A partire da quando? La ristorazione era già in crisi prima, come potrà reggere al dopo? E io che faccio il ristoratore cosa devo fare? Aspetto e si vedrà? O comincio a chiedermi che altro mestiere posso fare? O potrei provare a reinventarmi in chiave nuova e diversa un nuovo mestiere attorno a quello che so fare e mi piace fare?

Le stesse domande potrebbero applicarsi, mutatis mutandis, a qualsiasi lavoro o mestiere o professione. Potrebbero, ma anzi dovrebbero essere al centro della discussione, della ricerca, della sperimentazione: insegnanti e studenti, avvocati e consulenti, medici e autisti di mezzi pubblici, manager e pubblicitari, boutique e stilisti, benzinai e produttori di auto, albergatori e bagnini, artisti e teatranti, scuola e università, supermercati e grossisti, agenti e venditori, tecnici e filosofi, colf, badanti, braccianti e star dello sport.

Sta accadendo? No, non sta accadendo. Come al solito noi proveremo a offrire dati ed elementi di conoscenza che guardino avanti, che provino ad accendere queste attenzioni, queste domande, questi dubbi. Mappando anche riguardo all’andamento delle nostre economie i nostri territori e i nostri mestieri, accendendo le zone rosse di maggior rischio, perché si possa operare per ricondurle al verde. Sperando di non restare troppo soli.

La conoscenza ci difende dalla paura.

Info Autore
Senior Partner , Tombolini & Associati
Dirigente d’azienda fino al 1997. L’anno successivo fonda Esperya.com, “bottega online” ante litteram di specialità agro-alimentari. Nel 2006 fonda Simplicissimus Book Farm (ora StreetLib.com), piattaforma per la produzione, distribuzione e vendita di ebook e prodotti di editoria digitale. Nel 2019 fonda con altri tre soci e colleghi la Tombolini & Associati, startup innovativa a vocazione sociale, specializzata nella progettazione e implementazione di soluzioni digitali aperte e sostenibili.
×
Senior Partner , Tombolini & Associati
Dirigente d’azienda fino al 1997. L’anno successivo fonda Esperya.com, “bottega online” ante litteram di specialità agro-alimentari. Nel 2006 fonda Simplicissimus Book Farm (ora StreetLib.com), piattaforma per la produzione, distribuzione e vendita di ebook e prodotti di editoria digitale. Nel 2019 fonda con altri tre soci e colleghi la Tombolini & Associati, startup innovativa a vocazione sociale, specializzata nella progettazione e implementazione di soluzioni digitali aperte e sostenibili.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ridimensiona font
Contrasto